MODICA
Città di origine sicula
(Motyka), con tracce anche della presenza sicana, nonché di un
influsso fenicio. Durante il periodo greco la città si mantenne in
qualche modo indipendente e neutrale alle frequenti contese di quel
periodo entrando solo nel VI secolo a.C. a far parte della alleanza
anti-siracusana.
Fu durante la dominazione romana, dapprima civitas decumana e poi
civitas stipendiaria. Di essa riferisce Cicerone nelle Verrine
che contava più di 100 aratores prima del malgoverno di Verre.
Successivamente la città venne conquistata dagli arabi e di essa ci da
una descrizione lo storico Al Idris indicando come sorga tra le gole dei
torrenti Pozzo dei Pruni e Ianni Mauru che poi confluiscono formando il
torrente Modica e come vi si goda “abbondanza di comodi e di produzioni
del suolo”.
Durante la dominazione araba la città era ricca di torri fortificate che
la circondavano come una sorta di cintura.
Liberata dai normanni assunse notevole importanza politica sotto Ruggero
II allorquando divenne contea con alla guida dapprima i Chiaramonte, in
seguito i Cabrera ed infine gli Henriquez, durante tale periodo, che
arriva sino al XIV secolo godette anche di relativa libertà, data la
debolezza della corona nel territorio.
Durante tale periodo la città visse il suo massimo splendore, con la
continua costruzione di edifici, sacri e laici, che ne garantivano
l’ammodernamento, con lo sviluppo dei rapporti commerciali e grazie alla
buona posizione geografica che le consentiva di essere ben collegata ai
principali centri della Sicilia, sufficientemente vicina al mare, ma non
al punto di essere indifesa ai frequenti attacchi dei pirati saraceni.
La città è oggi una delle perle del barocco ibleo essendo stata
completamente ricostruita dopo il terremoto del 1693, anche se ancora
permangono resti del periodo precedente come la chiesetta di S. Maria di
Betlem risalente al ‘400.
Degna di particolare nota è la chiesa di San Giorgio, uno dei simboli
della città, ricostruita come la vediamo oggi dopo il terremoto,
dall'architetto siracusano Rosario Gagliardi, già autore dell'omonima
chiesa iblea.
Modica vanta grandi tradizioni alimentari e dolciarie (da segnalare il
cioccolato, lavorato ancora con il metodo azteco).
Negli ultimi anni nell'area più meridionale della città (Modica Sorda)
si è andato sviluppando uno dei più fiorenti poli commerciali della
Sicilia sud-orientale. |